LA VERA LIBERTÀ NON HA SENSO SE NON TROVI UN RISCONTRO, SE DIMENTICHI DA COSA STAI SFUGGENDO.

Tutto è iniziato nel 2009 con i graffiti,
il primo grande amore che ha influenzato tutto quello che è venuto dopo.

Questa passione mi ha assorbito moltissimo e mi ha fatto scoprire un'attitudine all'esplorazione, una curiosità primordiale nel cercare luoghi nascosti, siti particolari su cui realizzare i miei lettering.
Poi sono entrato come apprendista in uno studio fotografico e infine in uno studio di visual design, dove ho scoperto e maturato la mia passione attuale: il video mapping.

Brecciolino - Animated Cotton Network | Alessandro Guidi : Opere video mapping

Cosa sarebbe il video mapping, per raccontarlo a un profano?

Il video mapping è una tipologia di proiezione video site-specific, strettamente correlata allo spazio e al contesto in cui avviene.
Non si lavora sul supporto anonimo di uno schermo tradizionale, ma su qualcosa che non è piatto. Per farti un esempio, una volta ho proiettato animazioni su un albero. Serviva appunto un mapping della sua superficie, una rilevazione che può avvenire tramite modelli 3D, o in questo caso tramite fotografie.
Ne abbiamo scattate quasi 300 girandoci tutto intorno e un'applicazione ci ha restituito un suo modello a 360 gradi, tronco, rami, foglie.

Brecciolino - Animated Cotton Network | Alessandro Guidi : Opere video mapping

Cosa ti piace rappresentare, e cosa vuoi trasmettere?

La mia ispirazione deriva dai loop della natura. Adoro il trekking, l'arrampicata, il surf: beh, mentre ti muovi per scalare una montagna entri a stretto contatto con le irregolarità della roccia, i buchi, le sporgenze, un susseguirsi di linee e volumi che devi conoscere e osservare di continuo. Lo stesso succede quando fisso il movimento delle onde, i riflessi del tramonto sull'acqua, il cielo. La ripetizione di questi pattern genera in me un incanto profondamente riflessivo.

Ecco, io voglio restituire nella mia arte qualcosa di quello che vedo e provo, ma non con il realismo e la verosimiglianza di un fotografo, né con una particolare esigenza narrativa. Rielaboro queste forme di ispirazione in forme più astratte e occorre creare un ambiente immersivo e avvolgente, in cui innescare un'esperienza estetica e dinamica.

Per realizzare i video parto sempre da fotografie, video e modelli 3D che poi vengono elaborati dai vari programmi. A volte traggo forme e movimenti dal cosiddetto noise dei video analogici: anche quello è qualcosa di naturale, che si crea quando il video incontra gli errori nella registrazione e l'usura del tempo. Mi piace anche lavorare con entità fitomorfe, chimere che mescolano animali e piante… un poeta potrebbe chiamarle sinestesie, perché mescolano sensazioni differenti.
C'è una creaturina a cui sono particolarmente affezionato: l'ho realizzata dando le movenze delle meduse a un fico d'India.

Brecciolino - Animated Cotton Network | Alessandro Guidi : Opere video mapping

Questo fico d'india è un'immagine che vediamo ricorrere anche nella tua illustrazione per Brecciolino. Da dove viene l'idea?

Subito prima della pandemia ho progettato un murale per un BnB in Puglia. Sai, i fichi d'India sono molto caratteristici nella regione, crescono ovunque e hanno una forma particolare. Beh, volendoli raffigurare sul murale ho iniziato a studiarli dal vero e mi sono ritrovato con centinaia di bozzetti di fichi d'India in varie forme, dimensioni e prospettive, tutti realizzati a mano sul mio sketckbook.
Da qui la mia idea di renderli parte integrante dell'illustrazione per Brecciolino, sullo sfondo.

Nell'illustrazione c'è un soggetto umano che è anche il protagonista dell'animazione.
Lui da dove spunta?

Il suo volto è nato su un tavolo in Canada mentre ero in viaggio. L'ho abbozzato su carta per poi dipingerlo e svilupparlo in Italia in forma di graffito. Solo in un secondo momento gli ho aggiunto un casco da astronauta, proiettandolo in un immaginario che ha qualcosa dello sci-fi di Moebius e delle atmosfere sospese di Edward Hopper. Dal personaggio in due dimensioni ho poi ricavato una scultura 3D, che va disintegrandosi nel corso dell'animazione, su un fondale postapocalittico in cui compaiono anche i famosi fichi d'India.

Cosa realizzeresti con tempo e mezzi illimitati?

Ehhh, bella domanda questa. Farei un mega coworking in uno spazio assurdo in natura, tipo su una montagna vicino all'Oceano, come i Picos de Europa vicino Bilbao. Si surfa, si scala, si lavora. Lo spirito collaborativo di un centro sociale, la concretezza lavorativa di uno studio professionale. Si farebbero contenuti multimediali, arti visive da ogni campo, dalla stampa alla pittura, dalla produzione video alla comunicazione visiva.

Quali sono le esperienze creative che ti hanno emozionato di più in assoluto?

I primi visual alle serate dei centri sociali, in cui hai massima libertà espressiva e un feedback diretto e costante che dura una notte intera. Mi piacque molto anche realizzare come ricerca personale un graffiti mapping a partire da un mio murale: la cosa più interessante è stata la completezza del processo, dal bozzetto del graffito in 2D alla sua realizzazione materica, al ritorno su un supporto digitale, alla creazione dell'animazione, per poi finire con la dimensione più esperienziale e performativa: l'assistere in loco alla performance. Avevo un pubblico di due amici, che mi ero portato con me di notte e hanno assistito a un upgrade di questa pittura, scomposta in particelle animate dentro un intreccio di giochi luminosi, in un contesto tutt'altro che usuale. Un progetto davvero sincero. Anche il progetto per Brecciolino ha richiesto la stessa completezza.

Con quale artista ti prenderesti una birretta?

Beh, sicuramente Robert del Naja, in arte 3D, che è il cantante dei Massive Attack. Parallelamente ai suoi progetti musicali dimostra una conoscenza veramente completa e trasversale delle arti figurative, dall'underground di Bristol alle collaborazioni con artisti e tecniche assolutamente contemporanee, il 3D, l'Intelligenza Artificiale.
Ecco, due domandine gliele farei volentieri su come minchia ha fatto. Ma non mi dispiacerebbe nemmeno una chiacchiera con Normak Rockwell, l'illustratore americano delle pubblicità d'epoca: il tratto, la composizione, le scelte cromatiche sono incredibili. E mi sparerei anche qualche damigiana di vino con Walter Bonatti: è stato un alpinista estremo per metà della sua vita e a un certo punto è diventato fotoreporter di punta per il giornale Epoca, un antenato di National Geographic.
Immaginati di arrivare all'apice della tua carriera e renderti conto che quel mondo non risponde più ai tuoi ideali di avventura ed esplorazione: a quel punto passi dalla verticalità estrema delle montagne ai luoghi sperduti in cui sono ambientati i romanzi che leggevi da bambino.
E allora risali in canoa, da solo, il fiume Yukon dell'Alaska, o entri a contatto con popolazioni indigene e con le loro storie, mentre cerchi la sorgente del Rio delle Amazzoni.

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Parlando di libri, invece, cosa consiglieresti?

Beh, Bonatti ha scritto la bellissima biografia Una vita così, che parla delle sue avventure. Tornando in campo artistico mi è piaciuto moltissimo La furia delle immagini di Fontcuberta, che ti dà una bella infarinatura sul valore che hanno preso le immagini nell'ultimo secolo, di come è cambiato il loro ruolo. Uno stesso tipo di riflessione, ma legata al colore, è Cromorama di Falcinelli.

In cosa ti reincarneresti volentieri?

Qualcosa che si muove. Un'onda che attraversa tutto l'oceano e poi si schianta. Oppure un orso che se la polleggia in giro, tranquillo, e viaggia. 

Chiudi gli occhi. Cosa stai disegnando?

Il fondo è bianco, super luminoso, non è puro, è l'intonaco di un palazzo antico, con una sua texture specifica. E sopra vedo proiettata una mega immagine particellare creata con un'infinità di pixel, si muove come un'onda e ha i colori campionati di qualche strano fiore. È un loop introspettivo e immersivo che in un primo momento ti fa pensare a dove ti trovi, cosa ci fai lì, e man mano che passa il tempo inizia a penetrarti nel profondo, nell'introspezione di quello che stai vivendo e che hai vissuto, un po' come avviene durante le serate.

Seppellisci una scatola che ritroveranno nel futuro. Cosa ci metti dentro?

Un bel blocco di carta spessa, di qualità. La prima parte tutta disegnata e la seconda tutta bianca. Forse devo aggiungere anche una matita e due pantoni, sempre che si ricordino come si usano.
E se non si ricordano si divertiranno a provarci, prendendo ispirazione dalla prima parte.

Mi sembra di capire che per te l'esplorazione dei luoghi è una cosa fondamentale.

Certamente. Ma attenzione: secondo me puoi definirla esplorazione finché non si trasforma in una vera fuga, e il rischio c'è sempre. La vera libertà non ha senso se non trovi un riscontro, se ti dimentichi da cosa stai fuggendo. Quando scovi qualcosa di nuovo devi farne tesoro e tornare indietro, altrimenti diventa semplicemente un vagare. È difficile tenere tutta la carretta insieme… ci provo!

OCCORRE CREARE UN AMBIENTE IMMERSIVO E AVVOLGENTE, IN CUI AVVIENE UN'ESPERIENZA ESTETICA E DINAMICA.

Brecciolino artisti | Alessandro Guidi

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